[Caso Studio] Call to Action? Necessarie, ma attenzione alla “quantità”

Le Call to Action sono una parte fondamentale del tuo annuncio:

È il “ponte” tra la lettura del tuo copy e l’azione che deve intraprendere il tuo cliente prima di poter acquistare.

(Che sia lasciare il loro contatto, visitare la prossima pagina, passare al check-out, ecc).

Ma, a volte, una Call to Action può essere di troppo, abbassando il tasso di conversione invece che aumentarlo.

Perché?

Quando si scrive un annuncio pubblicitario, bisogna cercare di trovare il “giusto mezzo” tra educazione e azione.

Quando il tuo lettore sta leggendo il tuo copy, lo stai educando:

Sta assorbendo le informazioni necessarie per poter prendere una decisione quando lo “chiami all’azione”.

La call to action interrompe la sua lettura passiva, chiedendogli di agire.

A volte, questo richiamo all’azione arriva troppo presto:

Il lettore non è ancora stato educato a sufficienza dal nostro copy, quindi avrà meno capacità decisionale.

Il risultato è tendenzialmente un CTR (Click-through-rate) maggiore, ma un tasso di conversione minore.

La chiave è quindi posizionare la CTA in punti strategici dove pensi che il tuo lettore sia stato educato a sufficienza per poter acquistare.

Arriviamo quindi al test:

Abbiamo provato a capire se la CTA a metà del nostro Advertorial stesse beneficiando il tasso di conversione o se lo stesse abbassando.

Come testare questa teoria? Beh, eliminando la Call to Action e implementando un A/B test.

Risultato?

La versione senza la CTA intermedia convertiva un bel 12% del traffico in più.

Conclusione: quella CTA intermedia era deleteria.

Ecco perché in Native X testiamo ogni parte del Funnel:

Non si mai se qualcosa che ritieni una buona idea in realtà non stia peggiorando i tuoi risultati.

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